Mondo

E l’Europa agita il bastone

Parla Lapo Pistelli, europarlamentare della Margherita

di Paolo Manzo

Bruxelles ha tagliato i finanziamenti ai palestinesi in seguito a segnalazioni di connivenze con Hamas. Lo aveva anticipato sullo scorso numero di Vita il vicepresidente della Commissione Ue, Franco Frattini, ora ne spiega nel dettaglio i motivi Lapo Pistelli, europarlamentare della Margherita. «Il tema della possibilità di un controllo pluralista, sia sul tema della sicurezza sia delle fonti di finanziamento, è stato quello su cui negli ultimi anni si era più incrinata la credibilità di Arafat», sostiene il responsabile Esteri del partito di Rutelli. Vita: Come spiega la decisione di Bruxelles di chiudere il rubinetto dei finanziamenti? Lapo Pistelli: Negli ultimi anni su questo l?Ue è stata molto più attenta e ha capito che, essendo la finanziatrice di quasi il 90% di ciò che succede in quella piccola striscia di terra, poteva esercitare una pressione di tipo economico, di ?soft power?. Vita: Anche perché l?anomalia di una forza politica con un braccio armato non rientra, propriamente, nei canoni europei? Pistelli: Il problema va in parallelo con quanto accaduto in Libano ed è proprio l?esistenza di un movimento che ha un braccio istituzionale e un altro armato. Tante volte, davanti alle pressioni israeliane che abbiamo ricevuto sulla messa fuori legge degli Hetzbollah in Libano, la risposta del Parlamento europeo è stata che sarebbe stato un errore, perché voleva dire ricacciare un pezzo importante di società libanese, appoggiata tra l?altro dalla Siria, nell?illegalità, mentre il problema era cercare di tagliare i legami tra braccio militare e braccio politico, tenendo in piedi il dialogo con il primo. Lo stesso tema si ripropone con Hamas, che ha dei leader riconosciuti, che in molti casi predicano anche odio ma che si stanno candidando, e poi ha le sue brigate di kamikaze. Del resto l?unica possibilità che l?Anp ha avuto di firmare tregue bilaterali è stata quella di mettere sotto controllo Hamas, che non si può far finta non esista… La soluzione, dunque, è di alternare il bastone alla carota: la carota è il riconoscimento di un ruolo politico che Hamas, piaccia o no, ha nella società palestinese, mentre il bastone è tagliare i canali di finanziamento che vengono dirottati per attività terroristiche. Vita: Non è paradossale che la Ue voglia usare il bastone proprio quando in Palestina sono arrivati Abu Mazen e Abu Ala e Arafat non c?è più? Pistelli: è anche un modo per far capire loro che la partita che si sta giocando non ammette ambiguità. Contemporaneamente tutti dobbiamo avere presente una sorta di adagio diplomatico: in Medio Oriente niente è come appare. Quindi bisogna ?maneggiare con cura? la questione. Vita: Quale può essere il ruolo dei cristiani, presenti in modo molto minoritario ma con una posizione importante a livello simbolico e non solo, nella questione? Pistelli: Se non sono loro a testimoniare che la pace è l?unico obiettivo possibile e il dialogo e la convivenza gli unici strumenti per garantire questo obiettivo, non so a chi potrebbe toccare? Vita: Il progetto di Sharon, costituito da un ritiro ma anche dalla costruzione del Muro, è realistico? Pistelli: L?idea di uno Stato separato e diviso, la fine del modello di possibile integrazione delle due realtà, era contenuta anche nei piani del partito laburista. È la presa d?atto di una situazione, un modo per allontanare la violenza quotidiana in modo da ribadire le misure di ?confidence building? che erano alla base della Road map. Che di per sé non conteneva indicazioni sul processo negoziale di pace, sui temi di Gerusalemme, dei confini e del diritto al ritorno dei profughi, ma solo le misure per consentire alle parti di sedersi al tavolo delle trattative. E l?Europa per prima deve mettere la sordina su questo: se pensiamo al modello che abbiamo imposto nei Balcani certamente non possiamo andare a spiegare a israeliani e palestinesi che devono convivere mescolandosi. Noi stessi, pur senza muri, abbiamo separato intere comunità…


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